News su Castronovo di Sicilia

Il marmo giallo di Castronovo di Sicilia nella Stele funeraria dell’Archeologo Sebastiano Tusa

Nel Pantheon degli Illustri di Sicilia riposano anche le spoglie dell’Archeologo Sebastiano Tusa, scomparso il 10 marzo del 2019 nella sciagura aerea avvenuta in Etiopia, proprio mentre ricopriva l’incarico di assessore regionale ai Beni culturali.

È stato svelato giorno 9 dicembre 2021 dal presidente della Regione Nello Musumeci, il monumento commemorativo a custodia dell’urna contenente le ceneri di Tusa, nella cappella del Ss. Crocifisso all’interno della chiesa di San Domenico a Palermo.

La stele contenente le sue ceneri è stata realizzata dall’artista palermitano Michele Canzoneri.

Un’opera polimaterica in lapislazzuli e marmi pregiati come il Giallo di Castronovo e il Bianco Statuario, in cui con la sensibilità che lo contraddistingue l’artista ha inglobato inserti in vetro soffiato e resina.

L'opera artistica e il restauro della cappella del Ss. Crocifisso sono stati promossi dai Padri domenicani di Palermo e finanziati dalla presidenza della Regione Siciliana.

“Un racconto di pietra, con il mare spezzato e un portello tombale strappato che non può chiudere o sigillare la ricchezza culturale della sua opera, riflette nella notte la tua immagine, perché appartiene alla sua stessa vita”. Con queste parole annotate nel suo Diario di lavoro l’artista Michele Canzoneri descrive il monumento commemorativo a custodia dell’urna contenente le ceneri dell’archeologo.

La pietra piatta basamentale è sormontata da due oggetti volumetricamente più scolpiti. A sinistra, un’onda bianco di carrara porta con sé, come un mare in piena, lapislazzuli, vetro e frammenti del giallo di Castronovo di Sicilia.

Il dono dei frammenti di “Giallo di Castronovo” all’artista Michele Canzoneri è stato fatto dall’Ing. Gaetano Lino (Ispettore onorario per i beni culturali sommersi della Provincia di Palermo), originario di Castronovo di Sicilia.

In tutto questo troviamo un curioso, quanto leggendario, parallelo di archeologia subacquea tra la nostra pietra (Giallo di Castronovo) “naufragata” nell’onda di Canzoneri e il viaggio, l’affondamento e il recupero che subiranno le colonne del marmo giallo di Castronovo per la Cappella della Reggia di Caserta opera di Giovan Battista Vaccarini.

“Nel 1751 un prestigioso incarico investì  l’architetto Giovan Battista Vaccarini (…) dovrà trovare i marmi da destinare alla nuova reggia che re Carlo di Borbone sta costruendo a Caserta, e alla testa di una squadra di maestri intagliatori comincia a perlustrare l' isola alla ricerca delle pietre più belle. A Castronovo trova il marmo giallo per le 26 colonne della cappella reale. (…) erano così preziose che lo stesso Vaccarini le accompagnò sino a Caserta e in uno di questi viaggi subì un naufragio. Era il 1757, Vaccarini rimase vivo per miracolo. In seguito riuscì a convincere il re a tentare il recupero della costosa pietra, utilizzando una macchina sommozzatrice di sua invenzione. L’impresa riuscì”. (Tratto da: L’architetto del settecento. Vita e progetti di Vaccarini, il prete che ridisegnò Catania, La Repubblica, 05.12.2011).

Stele funeraria di Sebastiano Tusa opera dell'artista Michele Canzoneri

(Chiesa di San Domenico - Palermo)

Particolare della Stele funeraria dove è inserito il marmo giallo di Castronovo

donato dall'Ing. Gaetano Lino

Il grande Archeologo Siciliano Sebastiano Tusa

LA CAVA DI "GIALLO DI CASTRONOVO"

Considerazioni per una più chiara localizzazione e "per non dimenticare".

(a cura di Gaetano Lino - BC SICILIA)

Si è parlato alcuni anni fa (2013) del rinvenimento, in uno dei depositi della Reggia di Caserta, di una tela , "in pessime condizioni di conservazione" e raffigurante la cava di marmo Giallo di Castronovo.

Il dipinto (Fig. 1), attribuito ad Antonio Joli pittore nato a Modena intorno al 1700 e morto a Napoli nel 1777, dopo un importante restauro, è stato proposto al pubblico in occasione della mostra "Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli", organizzata dalla Soprintendenza di Caserta e Benevento. In quell'occasione si ricordò il rapporto della cava di Giallo di Castronovo con la Reggia di Caserta in quanto da detta cava erano state estratte, già sbozzate, le colonne collocate nella Cappella Palatina della Reggia e la cui scelta venne attribuita all'architetto Vanvitelli, progettista della Reggia di Caserta.

Attraverso la ricerca documentale, sembra più corretto attribuire la scelta del Giallo di Castronovo all'abate Vaccarini, architetto siciliano che si interessò della ricerca e reperimento del marmo dirigendo i lavori di estrazione dalla cava del monte Kassar presso Castronovo di Sicilia, nonché spesso, seguendo personalmente il trasporto del pregiato "Giallo".

Proprio durante il trasporto di un carico di Giallo di Castronovo, effettuato con uno sciabecco da Palermo alla volta della Reggia di Caserta e costituito "da 3 colonne di Giallo, 126 pezzi grossi dello stesso marmo e 20 pezzi grossi di agate", una tempesta fece naufragare sulle coste di Tropea la nave su cui era imbarcato il carico e lo stesso Vaccarini.

L'intero carico andò perduto e l'abate Vaccarini si salvò miracolosamente. Vaccarini convinse il re Carlo al recupero del carico, di cui si recuperò il possibile sei mesi dopo il naufragio, nell'estate del 1757.

Tra gli oggetti recuperati risulta "un pezzo di tela pittata e quasi strutta dal mare" raffigurante la cava di Castronovo.

Quanto descritto, ci induce a ipotizzare che la tela rinvenuta nelle cantine della Reggia di Caserta nel 2013 "in pessime condizioni di conservazione" possa essere la stessa tela ripescata "quasi strutta dal mare"  nel 1757 a Tropea.

Un esame che riveli l'eventuale presenza di depositi di origine marina nella tela del dipinto potrebbe provare la veridicità di tale ipotesi.

Il ritrovamento del quadro e le ipotesi sulle sue origini, mi spingono ad una ulteriore precisazione sulla corretta localizzazione topografica della cava del "Giallo di Castronovo" che, secondo le nostre recenti indagini, è da individuare nelle immediate vicinanze dell'abitato di  Castronovo di Sicilia.

Sono diverse, infatti, le voci che posizionerebbero la cava del Giallo presso Pizzo Lupo nei pressi di Cammarata, dove in verità è possibile riscontrare i resti di una cava di marmo Giallo. Ma l'individuazione di questo sito non risulta congruente con i riferimenti a monte Kassar  dati dal Vaccarini  (Quello monte, su di cui in oggi si lavora, e dal quale io vi scrivo, è presso a poco della medesima altezza di quello di Cammarata, da cui egli è sei miglia discosto; gira quasi dappertutto in isola, e sovrasta alla Città di Castronuovo) .

Che la corretta localizzazione della cava debba essere quella che la individua sul Kassar  è  supportata anche da altre fonti documentali. Pubblicata nell'opera di Luigi Tirrito del 1873, "Sulla Città e Comarca di Castronuovo di Sicilia. Ricerche storiche, topografiche, statistiche ed economiche", è la planimetria disegnata da F. S. Cavallari nel 1867 (Fig. 2) che individua un'area posta sul monte Kassar quale area interessata dalla cava di marmo Giallo.

In "Lexicon storie e architettura in Sicilia e nel Mediterraneo n. 13/2011 - Pietre per l'architettura - Il Giallo di Castronovo" si parla di una cava di Giallo di Castronovo sul monte Kassar, a Nord-Ovest della porta scoperta da pochi anni nella cinta muraria della fortificazione del Kassar.

In questo documento però, il riferimento è ad una cava di Giallo di Castronovo che, essendo del tipo a galleria e di piccole dimensioni (Fig. 3) , non può essere la cava raffigurata nel quadro ritrovato nel 2013 e da cui il Vaccarini avrebbe estratto le colonne per la cappella della Reggia.

Sulla base di tali riscontri documentali, si è effettuato uno studio dei luoghi per verificare la corretta localizzazione della cava.

Attraverso un esame dell'immagine satellitare dell'area indicata dal Cavallari, è stato possibile individuare due scavi a cielo aperto riconducibili ad operazioni di cavatura di materiali lapidei (Fig. 4).

La visita diretta dei luoghi effettuata nel mese di gennaio 2018 ha permesso di indicare nello scavo, tra i due, posto più ad est, la cava cercata (coordinate UTM - DATUM WGS 84 - 33S 376866 E - 4172203 N).

Infatti dal  confronto tra l'immagine rappresentata nella tela scoperta nel 2013 e i luoghi (forma dello scavo, presenza di tracce di muri diruti ad est della cava, stratigrafia del fronte di cava e la presenza di " Giallo di Castronovo " sia in parete che in forma di piccoli frammenti sparsi quali scarti di lavorazione (Fig. 5)  ( Fig. 6 ) ), si è potuto confermare , con buona approssimazione, che il sito indagato è  la cava da cui nel XVIII° sec. il Vaccarini ha estratto i blocchi e le colonne di " Giallo di Castronovo "  per la Reggia di Caserta..

Allo stato attuale l'antica cava è quasi totalmente obliterata da depositi naturali, oltre che da cumuli di terra e pietrame provenienti dall'attività di spietramento dei terreni soprastanti (Fig. 7).

Sarebbe auspicabile "per non dimenticare" che la pubblica amministrazione provvedesse alla pulizia e alla rimozione dei materiali che occultano la cava, mettendo in evidenza l'alta parete che costituisce il limite della cava e in cui ancora oggi sono perfettamente individuabili gli strati (Fig. 8) descritti dal Vaccarini nella sua lettera del 25/08/1756 a D. Schiavo ("Memorie per servire alla storia letteraria di Sicilia" Tomo 1 parte IV pp. 20-21-22-23).

Gran parte delle notizie e dei riferimenti a documenti dell'epoca sono stati desunti dall'opera in due volumi di E. Magnani di San Lio "Giovan Battista Vaccarini architetto siciliano del Settecento". I risultati delle osservazioni conseguenti all'esame dei luoghi, effettuato nel gennaio 2018, sono stati ottenuti anche grazie alla preziosa collaborazione di Giuseppe Militello (conoscitore e studioso del territorio di Castronovo), del dott. agronomo Salvatore Ferrara, attento osservatore delle anomalie del territorio esplorato e del dott. geologo Alessandro Urbano per le verifiche geologiche e i confronti delle stratigrafie relative alla cava.

                                                                                                                                   Gaetano Lino
                                                                                                                                    (BC SICILIA)

Fig.1   La cava di "Giallo di Castronovo" al tempo di G.B. Vaccarini XVIII° sec.

Fig. 2   Planimetria dell'Altipiano del Kassar - Prof. Cavallari 1867

Fig. 3   Cava "a galleria" di " Giallo di Castronovo" a nord-est del piano del Kassar

(nella foto il Dott. agronomo Salvatore Ferrara)

Fig. 4   Immagine satellitare del piano del Kassar

Fig. 5   Immagine satellitare della cava " a cielo aperto" di "Giallo di Castronovo"

Fig. 6    Frammento di " Giallo di Castronovo " rinvenuto in situ

Fig. 7   Sullo sfondo la cava e in alto a dx i cumuli di materiale da deposito e spietramento

        (da sinistra il Dott. geologo Alessandro Urbano, l'Ing. Gaetano Lino e Giuseppe Militello)

Fig. 8    Il fronte di cava  e la successione stratigrafica

LI MULINI DI LA XIUMARA

La Cuntissa e San Pietru
di la mensa di Patti,
la Carcarazza è la ruvina di li Santi,
Cozzu chinu di pali e tradenti,
lu mulinaru di lu Ponti chianci,
Ciolu teni scola e nun fa nenti,
lu Mulineddu è lu cchiù valenti,

na sarma all'ura nun ci pari nenti
a la Scaletta ti tiranu li cunti,
a Rafazzafi ammazzanu li genti.

POESIA POPOLARE CASTRONOVESE IN RICORDO DEL PRIMO PARLAMENTO TENUTOSI A CASTRONOVO IL 10 LUGLIO 1391 NELLA CHIESA DI SAN PIETRO

 

 

A Castrunovu cinquanta baruna

di tutti li paisi e li citati

ccu arceri, ccu cavaddi 

pue mannaru un currieri a la curuna

siemmu cca tutti pronti e boni armati

a sirvimientu di la sacra curuna

a difesa di Vostra maistati.

INTERESSANTE SCOPERTA A CASERTA!!!

Nel corso delle preparazione della mostra “Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi Angeli”, inaugurata il 03 Luglio 2013 si è scoperto un quadro raffigurante i lavori in corso nella cava di Castronovo di Sicilia che fornì una serie di colonne per la Cappella Palatina. Il dipinto, inedito, denota nei personaggi una mano assai vicina a quella di Antonio Joli. Ritrovato in condizioni di grave degrado in uno dei depositi della Reggia, è stato sottoposto ad intervento di restauro nell’ambito dei laboratori della Soprintendenza. Ringrazio il Dott. Luigi Iodice, (responsabile del laboratorio di restauro dipinti della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storico-artistici ed etnoantropologici per le province di Caserta e Benevento), per avermi inviato su mia richiesta, l’immagine del quadro.

Iscrizione presente nel dipinto in basso a sinistra

Cava di giallo sul monte di Castronovo
in Sicilia operta d’ordine di S.R.M. pella
formazione delle colonne di sua Real
Cappella